MERIA TORNA IN TOSCANA

Diario di bordo da Molfetta a Cecina

E’ arrivato il gran giorno, finalmente possiamo andare a prenderci Meria, una Beneteau First 31.7, nata in Francia nel 2001 e subito portata in Toscana, a Grosseto, da Alessandro Arazzi che le ha dato con quel nome usato in maremma per indicare un luogo fresco ed ombreggiato.

Meria ed Alessandro hanno quasi esclusivamente fatto regate, primeggiando nei campionati di circolo ed in altre regate di buon livello, grazie anche ad un equipaggio forte ed estremamente motivato, che successivamente ho avuto il privilegio di conoscere ed apprezzare all’opera.

Il mondo della vela è immenso, tuttavia le notizie circolano facilmente e su Meria avevano messo gli occhi un gruppo di salentini, tra cui Fabio Mazzilli, che approfittando della voglia dei grossetani di cimentarsi in nuove esperienze, con una barca di categoria superiore, riuscirono a portarsela a Molfetta nel 2007.

Dopo più di dieci anni Meria è tornata nuovamente sul mercato, proprio mentre stavo cercando una come lei, quindi è bastato poco, un lunedì di marzo ho preso l’aereo per Bari, ho raggiunto Molfetta in auto, l’ho vista e sono stato con lei tutta la mattina, a pranzo mi ha raggiunto Fabio, siamo usciti in mare e la sera rientrando in aereo a Pisa avevo già deciso, Meria sarebbe tornata in Toscana.

15 aprile 2019

Dopo mezza giornata di lavoro al Consorzio Agrario con Assemblea Generale Ordinaria Parziale a Palmerino e dopo un pranzo di lavoro da Antonio alle Quattro Strade, finalmente posso pensare alla partenza.

Insieme a Roberta passo a prendere Loretto, poi Ralph al porticciolo, alle 17.00 siamo puntualmente in partenza per Pisa.

All’aeroporto salutiamo Roberta, che si commuove, io sono nervoso, l’ansia di questa nuova avventura mi consuma.

Atterriamo a Bari in anticipo, ma perdiamo un po’ di tempo al noleggio auto, quindi arriviamo a Bitonto, dove abbiamo prenotato la camera, alle 22.30 con la padrona di casa che ci viene incontro impaziente di andare a dormire. Ceniamo con un panino al Tagliere, nella piazza davanti a casa, e finalmente ci corichiamo.

16 aprile 2019

La sveglia suona alle 6.30 per Loretto e Ralph, mentre io dormo di più perché ho un terribile quanto inopportuno mal di gola.

Passiamo al magazzino Alco di Bari per recuperare i bagagli spediti con il camion, Loretto si dilunga doverosamente e piacevolmente nei saluti agli ex colleghi, poi andiamo finalmente da Meria.

Facciamo la spesa, la scorta di gasolio ed infine compro la canna da pesca, è un bagno di sangue, ma tutto è pronto. Ormai si è fatto buio, resta il tempo per l’ultimo brindisi di saluto con Fabio Mazzilli e Roberto Poli , poi ceniamo ed andiamo a dormire, perché domani la sveglia suonerà alle 5.00.

17 aprile 2019

Come da programma sveglia alle 5.00 ed alle 6.06 salpiamo.

Per fortuna ci sono Loretto e Ralph, io mi sento malissimo, ho tosse , raffreddore e mal di gola, l’unica mia speranza è affidata alle medicine che mi ha portato la sera prima Roberto Poli, il farmacista socio armatore di Fabio Mazzilli.

E’ subito una grande giornata di mare, dopo la prima metà della tappa fatta a motore, finalmente entra un bel vento fresco da nord e ci facciamo 30 miglia con lo spin fino a Brindisi.

Qui la marina è accogliente, quindi approfittiamo per una bella doccia calda e, grazie a Loretto, ci facciamo una bella mangiata di pasta alla amatriciana.

18 aprile 2019

Sveglia alle 5.00, siamo un po’ in ritardo! Il vento fresco da nord soffia a 14-16 nodi, l’opportunità di dare spin è ghiotta, ma dopo tre ore di conduzione con onda formata, una distrazione diventa fatale, la vela si attorciglia allo strallo ed è inevitabile uno strappetto. Continua Ralph con il fiocco tangonato ed andatura a farfalla, presto superiamo capo d’Otranto, un vero spettacolo della natura che dal mare appare selvaggia e brulla. Alle 17.00 siamo a Santa Maria di Leuca, un bel porto turistico con il paese alle spalle. Facciamo la spesa e dopo aver riparato l’attacco del pilota automatico andiamo a cena.

19 aprile 2019

Partenza all’alba da S.M. di Leuca, oggi è una giornata speciale perché attraverseremo il golfo di Taranto dritto per dritto. Doppiamo la punta più a sud della Puglia, l’estremità del tacco dello stivale, e puntiamo verso il largo con vento leggero al traverso, vele spiegate e motore acceso, sempre con la speranza di prendere finalmente il primo pesce. Dopo circa 12 miglia il vento diventa fresco, quindi spengiamo il motore viaggiando comunque a più di 7 nodi. Ormai non vediamo più la costa ed il viaggio è lungo, a bordo cominciamo ad annoiarci, quando a rompere la monotonia arriva un uccellino che si posa nel pozzetto, è una pispola, probabilmente sta migrando verso il nord Africa. Viene subito adottata da Loretto. E’ stremata dalla fatica, riesce appena ad aprire gli occhi, accetta di buon grado il nostro pane e beve da un bicchiere di carta opportunamente modificato. La pispola si trattiene con noi circa mezzora, giusto il tempo di riprendere le forze, poi ci guarda quasi come volesse salutarci e riparte per il suo destino.

Il vento rinforza ed è divertente planare al lasco per l’intera traversata, sempre rigorosamente a vele bianche.

Ma le sorprese non sono finite perché d’improvviso una rondine entra nella dinette, dà un’occhiata ed esce tranquilla. Dopo qualche minuto eccola tornare, ma questa volta entra e si ferma proprio sulla testa di Ralph che stava controllando la rotta sul tavolo da carteggio.

Anche oggi nessun pesce, ma di certo non ci siamo annoiati durante le 87 miglia che separano Santa Maria di Leuca da Le Castella di Capo Rizzuto.

20 aprile 2019

Oggi ci aspetta una giornata di relativo relax, perché fortunatamente nel golfo di Squillace si prevede sole e brezza leggera, sarà una passeggiata percorrere le 60 miglia che ci separano da Roccella Ionica, situata dall’altra parte del golfo.

Quindi ci alziamo con calma e con aria scanzonata andiamo a visitare il paese in cerca del suo meraviglioso castello. Ci fermiamo per colazione in un bar con pasticceria casalinga, dove la gentilissima proprietaria ci presenta con orgoglio tutti i suoi dolci e, visto il nostro interesse, si dilunga a parlarci degli abbinamenti con le festività annuali. In fondo alla strada raggiungiamo il Castello Aragonese, una costruzione imponente che si erge nel mare a qualche decina di metri dalla battigia. Giusto il tempo di scattare qualche foto e ritorniamo verso il porto, ma prima di raggiungere la barca ci fermiamo in una pescheria formidabile, dove il pesce disposto sul banco è in gran parte ancora vivo, uno spettacolo unico, anche se per me, che con il tempo sono diventato animalista, risulta abbastanza triste. Dopo un breve confronto sul menù più adatto alla giornata, lasciamo che sia Loretto a decidere ed usciamo con le seppie per il risotto nero da fare in barca durante il viaggio.

A parte la preoccupazione dell’uscita dal porticciolo, con slalom tra scogli affioranti e sommersi, le traversata scorre veloce ed è veramente rilassante. Nel primo pomeriggio attracchiamo a Roccella Ionica e finalmente trovo il tempo per farmi una corsetta.

21 aprile 2019

Oggi è Pasqua e ci concediamo una pausa non proprio preventivata, il nostro desiderio sarebbe stato l’attraversamento dello stretto, ma le previsioni mettono brutto tempo e dobbiamo stare fermi. Ci svegliamo con calma alle 8.00 e approfittiamo per fare il bucato stendendo i panni ad ogni appiglio della barca. Sconfortati scopriamo che il frigo ci ha abbandonati, è una brutta novità, menomale Ralph ci mette una pezza procurando del ghiaccio per mantenere gli alimenti rimasti. Decidiamo di andare in paese a piedi, sono circa due chilometri, Ralph non viene perché ha male ad un piede, allora andiamo io e Loretto.

E’ la prima Pasqua che trascorro lontano dalla famiglia, questa camminata serve anche per distrarmi dalla malinconia, abbiamo due obiettivi, andare a messa e fare la spesa per il pranzo pasquale. Di comune accordo andiamo a cercare la chiesa, la messa è già iniziata, fuori ci sono la banda, la pattuglia dei carabinieri, il comandante dei vigili ed il sindaco, tutti pronti per la successiva processione.

Entro a fatica nella chiesa tutta zeppa di persone, mentre Loretto resta fuori, mi sembrano i personaggi di un film, è curioso riscoprire tanta ostentata devozione.

Torniamo a piedi dal Conad con 4 borse di spesa e lo sciroppo per Ralph a cui ho trasmesso raffreddore e soprattutto la tosse, in pratica ha i miei stessi sintomi dei giorni precedenti e per questo mi sento un po’ in colpa.

Con Loretto prepariamo il risotto per il pranzo, la sua è una procedura rigorosissima, io mi limito ad aiutarlo, esce una pietanza perfetta che accompagnamo con un fresco rosato calabro. Poi mangiamo del formaggio sardo e per chiudere il dolce comprato a posta dalla signora di Le Castella. Nel pomeriggio restiamo in barca ad oziare, mentre fuori c’è un insolito via vai di famigliole venute a camminare per smaltire il pranzo pasquale. Siamo inchiodati qui e, per giunta,  con pessime previsioni meteorologiche. A causa di una forte perturbazione in corso nel mediterraneo si prevedono onde alte fino a 6 metri con attenuazione lenta nel corso della settimana. Chissà quando potremo uscire da questo porto, che a causa dell’insabbiamento, ha 3 metri di profondità massima sulla bocca.

22 aprile 2019

Ci stiamo abituando all’idea della vita stanziale in porto. E’ il secondo giorno di stop forzato e, a detta della Guardia Costiera, dovremo attenderne sicuramente un altro e forse due. La mattina la passiamo a guardare il mare dalla cima del pontile ed a costruire un lazy-jack provvisorio. Per pranzo, il mitico Loretto,  prepara un ottimo spaghetto alla ‘nduia.

Nel pomeriggio Ralph rimane in cuccetta mentre io e Loretto andiamo a visitare il Castello dei Carafa risalente al 1498, situato in alto sullo sperone di roccia che dà il nome al paese.

23 aprile 2019

L’ansia di non poter partire mi opprime, pertanto stamani decido di tornare a correre tanto per trovare una valvola di sfogo, ma anche perché la corsa mi piace da sempre e mi consente di esplorare a fondo il territorio e chi lo vive. Appena alzato da letto, saluto gli amici e parto verso nord, lungo la pista ciclabile che costeggia il mare. Qui si estende una zona residenziale turistica, fatta di villette sparse, da cui arrivano al mare dei torrentelli schiumosi poco rassicuranti. E’ un vero peccato l’inquinamento, perché qui la spiaggia, nella sua natura selvaggia, è veramente bella. Alla fine del giro, scuriosando qua e là vengono circa 12 km di corsa, non male. Il resto della giornata lo passiamo a fare riparazioni e manutenzioni, qui esce fuori in grande evidenza la famosa destrezza di Ralph nell’approcciarsi a questi lavori, grazie a lui abbiamo di nuovo il boiler e finalmente il frigo.

24 aprile 2019

Siamo al quarto giorno di sosta forzata, l’aria del porto è saturata dal vapore salmastro delle onde che frangono sulla scogliera, siamo immersi in una nebbia inquietante.

La giornata è caratterizzata dalla partenza di Loretto, programmata fin dall’inizio, in quanto impegnato con altri amici per una vacanza sempre in barca a vela nella Grecia ionica. Quando arriva il pulmino navetta per l’aeroporto di Lamezia Terme è dura vederlo andar via, perché Loretto è il compagno ideale per ogni viaggio e non solo per le sue qualità di cuoco.

Tornati in barca approfitto per leggermi il manuale di uso e manutenzione del motore, mentre Ralph si esercita con le impiombature delle cime.

25 aprile 2019

E’ la Festa della Liberazione anche per noi! Una volta disegnato nei dettagli il percorso per l’uscita sicura dal porto, ci facciamo coraggio, e dopo colazione molliamo l’ormeggio. Nel il basso fondale le onde si alzano minacciose davanti a noi, si tratta di affrontarle con decisione, determinazione ed una giusta dose d’incoscienza. Partiti! Appena preso il largo ci vengono attorno una ventina di delfini, quasi vogliano congratularsi per la dimostrazione di coraggio, mentre onde di circa 2 metri e vento fresco ci accompagnano al giardinetto verso Capo Spartivento con randa e genoa terzarolati. Come previsto, dopo aver doppiato il Capo, il vento ci abbandona girando progressivamente di prua e non rimane che andare a motore fino a Reggio.

26 aprile 2019

La sosta a Reggio è una brutta sorpresa, un tassista prova a venderci il gasolio a 6 € al litro ed il marinaio di turno a raddoppiare il costo dell’ormeggio. Senza rimorso, partiamo prestissimo ed è uno spettacolo vedere la luce mistica dell’alba nello stretto, la Sicilia e la Calabria che si guardano, il viavai dei traghetti ed i gorghi che fanno ribollire il mare. Tra Scilla e Cariddi (Capo Peloro) lasciamo la terra dietro di noi per puntare dritto verso Cetraro. L’atmosfera è surreale, una strana foschia confonde il cielo con il mare, quando due delfini vengono a trovarci danzando sulla nostra prua. A tarda sera entriamo in porto, seguendo una barca locale, che ci guida fuori dai bassi fondali. Nella marina mi sorprende piacevolmente la bellezza del circolo velico e lo spazio dedicato alle derive olimpiche.

27 aprile 2019

Oggi non promette bene, mi sono svegliato già stanco ed oltretutto, appena usciti dalla marina, ci troviamo il vento di prua che ben presto tocca 16-20 nodi con onda fino a 2 metri. In queste condizioni, con il mare che ci schiaffeggia la faccia, reggiamo 40 miglia, poi ci arrendiamo puntando verso Camerota. E’ un toccasana, eravamo stanchissimi e questa sosta si dimostra l’ideale per riprenderci. Con calma facciamo le nostre cose a bordo e poi ci prendiamo il tempo di visitare questo paesino, una vera chicca.

28 aprile 2019

Ci svegliamo alle 5.00 e partiamo alle 7.00, è una giornata nuvolosa che si prospetta difficile. Appena usciti dal porto incrociamo una curiosa barca di pescatori con la bandiera di Campagna Amica, poi facciamo 25 miglia a motore fino all’altezza di Agropoli, nella speranza di raggiungere Capri, ma anche oggi entra il vento di prua sempre più intenso. Diventa difficile tenere la rotta desiderata, il vento ed anche l’onda contraria non ci consentono di orzare come vorremmo, quindi decidiamo di desistere puntando la Costiera Amalfitana, dove Ralph conosce il porticciolo di Maiori che diventa il nostro nuovo obiettivo. Il tempo peggiora decisamente e giunti a 5-6 miglia da terra vediamo scorrere lungo la costa un groppo scuro di temporale, non rimane che metterci cautelativamente alla cappa dove restiamo per una mezzora. Giunti all’altezza di Maiori io non sono più tanto convinto di tentare l’ingresso nel porto, perché il vento raffica fino a 30 nodi e le onde sbiancano sulla bocca. La situazione è difficile, dopo un confronto, decidiamo di desistere e planiamo verso Salerno, anche se dal porto non ci risponde nessuno. Alla fine contattiamo la Guardia Costiera, che date le condizioni meteo, ci consente di entrare ed infilarci nel primo posto libero. Appena ormeggiati arriva un guardiano in bicicletta, che dopo una contrattazione ci lascia sostare e fare una doccia calda al costo di 30 €.

29 aprile 2019

Partiamo alle 5.50 per recuperare le miglia fatte in più per arrivare a Salerno ed anticipare l’arrivo del solito vento da prua. Scorriamo la Costiera Amalfitana a motore gustandoci le meraviglie della natura ed anche dell’architettura unica dei suoi paesi. Prima di Punta Campanella, come previsto,  arriva il vento da nord-ovest che gonfia il mare ancora grosso dal giorno precedente, con le onde che s’infrangono sulla scogliera generando una risacca per niente rassicurante. Per fortuna alla nostra sinistra, la vista di Capri con i suoi faraglioni, mitiga la tensione e mi distrae dal mal di mare che comincia a salire. Da Punta Campanella a Procida è un traverso con onda formata e vento fino a 25 nodi,  per sicurezza prendiamo due mani di terzaroli mantenendo comunque una velocità soddisfacente. Arriviamo a Procida piuttosto provati e in fase di ormeggio agganciamo la drappa con l’elica, per nostra fortuna l’ormeggiatore capisce la situazione, anche perchè consapevole di avere qualche responsabilità e manda il sub a rimediare, ora possiamo finalmente rilassarci. Resettiamo con una doccia calda la fatica del viaggio e ci addentriamo a fare spese in paese che, per queste festività primaverili, è già meta di molti turisti in prevalenza stranieri.

30 aprile 2019

Partiamo alle 6.00 tentando di anticipare il solito vento contrario che è previsto per il pomeriggio. La nostra meta è San Felice Circeo, ma viste le esperienze degli ultimi giorni, in caso di maltempo, siamo pronti a ripiegare su Gaeta. Nelle prime 4 ore facciamo vela e motore al minimo, sospinti da una brezza che proviene da terra. Poi facciamo tutto motore fino a 5 miglia dal Circeo e quando siamo ormai coperti dal promontorio, entra un vento fresco da prua senza onda, la situazione ideale per metterci a bordeggiare, anche perché la temperatura è mite e stiamo arrivando con largo anticipo. Per Meria è il primo vero test di bolina, la barca fila a 5,5-6 nodi, ma non stringe il vento come vorrei. Nel pomeriggio troviamo anche il tempo per una passeggiata sul lungomare, qui il lusso è sfrenato ed ostentato con ville, auto e barche di gran pregio. La sera andiamo a letto alle 20.30 per partire all’indomani di buon ora.

1° maggio 2019

Partiamo dal Circeo alle 5.45 navigando sempre lungo costa a motore, il tempo è bello e veder spuntare il sole dietro al promontorio è meraviglioso, poi passando davanti ad Anzio la vista del porto di Nerone dal mare acquista un fascino particolare, ci sentiamo immodestamente appartenenti alla grande ed antica famiglia dei navigatori. Anche oggi, come al solito, giusto per passare il tempo ho armato la canna da traina comprata a Molfetta, ma questa volta capita una cosa stranissima. Tutto d’un tratto parte la lenza, svelto chiamo Ralph che sta dormendo ed abbasso i giri del motore, ma alzando lo sguardo vedo una scena grottesca, abbiamo pescato un gabbiano. Per fortuna siamo a secco di vele, facciamo retromarcia richiamando il filo nel mulinello e giunti vicino all’uccello ci accorgiamo che l’ancorotto dell’artificiale gli si è conficcato in una zampa. Il recupero non è semplicissimo, perché la bestia non conoscendo le nostre intenzioni tenta di difendersi con il becco potente ed infetto, ma finalmente, approfittando anche della sua stanchezza, riusciamo a slamarlo e liberarlo. Proseguiamo pensando di poter raggiungere Santa Marinella, ma all’altezza di Roma monta un groppo temporalesco e quindi, ancora una volta, rientriamo in porto prima del previsto.

2 maggio 2019

Partiamo dal Porto di Roma con il buio, sono appena le 5.30, appena usciti in mare aperto comincia ad albeggiare sulla grande foce del Tevere. Sulla foce in prima mattina l’aria è piuttosto fresca, ma la giornata è nitida ed sorgere del sole ci riscalda spingendoci con il vento in poppa verso l’Argentario. La barca è piatta, il vento apparente è minimo si sta veramente bene, mi sento creativo , dapprima faccio delle migliorie pensando alle prossime uscite con la famiglia e poi, visto il bel tempo, cucino un bel piatto di penne alla puttanesca mentre Ralph gestisce sapientemente la rotta. Nel pomeriggio il vento di libeccio ci accompagna puntuali fino a Porto Santo Stefano, dove abbiamo prenotato al pontile Domiziano, già conosciuto in passato con Roberta, quindi entriamo scortati da un peschereccio circondato dai gabbiani.

Svelto, svelto, raggiungo il paese alla ricerca del regalo per Anna, la mia nipotina a cui ho raccontato al telefono di aver incontrato durante il viaggio tutti i personaggi dell’Odissea.

Dato che Anna è rimasta affascinata soprattutto dalla sirena, immaginandola custode di un tesoro prezioso, entro in un negozio di giocattoli e compro una bella sirenetta, mentre per il tesoro, non riuscendo a trovare niente in negozio, acquisto nel bar vicino un prodotto Algida, dove il gelato è contenuto in uno scrigno in plastica di dimensioni proporzionate alla bambolina. La sera ceniamo in barca, c’è aria di festa e con Ralph cominciamo a fare bilanci per il viaggio che sta volgendo al termine.

3 maggio 2019

Le previsioni sono di scirocco fresco, quindi partiamo presto, fiduciosi di fare a vela le ultime 70 miglia che ci separano da casa. Usciti dal cono di copertura dell’Argentario la barca comincia ad accelerare sotto le raffiche fino a 30 nodi, ben più sostenute del previsto, quindi riduciamo la randa e proseguiamo spediti planando sulle onde sempre più alte. Ormai la stanchezza e la fiducia reciproca sono tali che, fuori dal turno al timone, riusciamo a dormire anche in queste condizioni. Usciti dal canale di Piombino la situazione  migliora, quindi puntiamo sicuri verso Cecina. L’ingresso in porto è delle grandi occasioni, anche Ralph si commuove, ci sono ad aspettarci Roberta, Simone Caneschi, Giancarlo e Lucia,  oltre ai miei suoceri con le immancabili bandiere dell’Italia e del Cecina calcio.

Siamo finalmente a casa, sono felice di rivedere i miei, ma ho un po’ di nostalgia per la vita di bordo, ripenso continuamente a questo meraviglioso viaggio dove la necessità dello spostamento di Meria è diventata per noi una grande opportunità. Ringrazio Ralph e Loretto, che sono diventati amici speciali, con i quali la barca ed il mare profumano di vita.

Articoli simili

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *